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Immagine del redattoreEmy Damiani

Thanasi Kokkinakis Redux

Aggiornamento: 6 mag 2021

Il giovane australiano con la carriera costellata dagli infortuni, il redivivo con l'orecchino da rockstar e ancora senza sponsor, non vuole mollare. Vi racconto perché sembra un personaggio uscito da "Apocalypse Now".


Nel 2013 fa il suo debutto tra i professionisti e sempre nel 2013 arriva il primo problema fisico. Da quel momento è stata un’altalena di alti e bassi: tante emozioni e tanti dolori, successi alternati a fastidi, vittorie stupende - ricordiamo quella contro Roger Federer a Miami nel 2018 - e operazioni chirurgiche a fare da contraltare. Ha solo 25 anni, eppure sembra abbia vissuto almeno dieci vite. Australian Open 2021, qui il miracolo: torna a vincere una partita in un torneo dello Slam dopo sei anni. Il “blue-collar”, come lui stesso si è definito, con la classifica che segna n.267 del mondo, non ha mollato laddove gli altri lo avrebbero fatto. Resilienza è la parola d'ordine per lui.



Ed è qui che penso al capitano Benjamin L. Willard. Guerra del Vietman, 1969, Willard è appena tornato a Saigon. Ha già tre anni di servizio alle spalle, è un ufficiale dell’esercito americano ma in realtà si occupa di operazioni speciali con la CIA. È un uomo provato, sfiancato, dalle continue missioni segrete e ha difficoltà a reinserirsi nella vita civile. Gli viene affidata l’ennesima operazione speciale: trovare ed eliminare il colonnello Kurtz, accusato di essere un disertore, un uomo impazzito che si è messo a capo di una legione di indigeni. Così Willard parte, inizia a risalire il fiume Nung per arrivare al villaggio designato e ad ogni tappa incontra ostacoli, vietcong, e perde compagni. In questo scenario che a tratti oscilla fra l’onirico e l’infernale, Francis Ford Coppola ambienta “Apocalypse Now”, film che rappresenta il dramma della guerra e gli insolubili dilemmi morali che si porta dietro.



È in questo modo che immagino il Kokk: il capitano Thanasi Kokkinakis. Lo immagino come nella scena iniziale del film, in cui Willard si affaccia alla finestra e riflette su tutti gli orrori vissuti. Così il tennista australiano si tira su dal letto nella sua Adelaide, guarda fuori e pensa agli anni passati tra i mille infortuni che l’hanno consumato nel corpo e nell'anima. Pensa alla sua guerra personale, a quante battaglie segrete ha combattuto per tornare in campo ogni volta. A come non sia in grado di uscire all’aria aperta e cambiare vita perché ancora vuole colpire una pallina gialla con una racchetta. Anche lui ha un’operazione speciale, anche lui deve affrontare il suo colonnello Kurtz: il capitano Kokk vuole sconfiggere la sfortuna e tornare ad essere forte. Per farlo deve risalire il suo fiume Nung e muoversi giorno dopo giorno nel campo da tennis, ripartendo dai Challenger e dalle qualificazioni ai tornei principali. Me lo immagino proprio così, nella versione estesa del film, quella redux.



«È senz’altro positivo perseverare. Ci sono stati alti e bassi e gli ultimi anni sono stati molto impegnativi. Ma guardo i momenti in cui ho avuto successo e le sensazioni che ho assaporato nel giocare e qualche bella vittoria. Le uso per alimentarmi il più a lungo possibile»

Queste sono le parole che ha pronunciato durante una conferenza stampa all’Australian Open di quest’anno. Sono significative, mostrano la sua sofferenza e la sua voglia di farcela ancora. Non c'è solo il dolore fisico ma anche quello mentale: da poco Thanasi Kokkinakis ha parlato della sua lotta contro la depressione. Perché tra i tanti problemi ha dovuto affrontare anche questo. Si è anche confidato in una puntata del podcast “Ordineroli Speaking (celebrating resilience in sport - the human stories behind the stars)”: ha rivelato come la paura di farsi male sia ancora presente e come riesca a gestirla, come non vuole porsi limiti e non vuole avere rimpianti. Vuole solo avere altre possibilità. E il calendario tennistico è perfetto per questo: offre ogni settimana un'opportunità di rinascita.


Dopo aver fatto il secondo turno all'Australian Open (perdendo da Tsitsipas in 5 set), ha giocato le qualificazioni ad Acapulco, gli ottavi al Masters 1000 di Miami, i quarti di finale ai Challenger di Split e gli ottavi e i quarti rispettivamente al Challenger 1 e 2 di Roma.

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