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Immagine del redattoreEmy Damiani

Kokk, the magical aussie

Mentre la stampa generalista e settoriale dedica spazio esclusivo al numero uno Novak Djokovic, la superficie veloce di Adelaide lascia spazio al campione di casa Thanasi Kokkinakis. Il giovane venticinquenne conquista consecutivamente una semifinale e un torneo, un’impresa eccezionale all’interno di una cornice difficile, quella della storia della sua vita.


Sulla stampa mondiale impazzisce il caso Djokovic e anche la Rai, che raramente parla di tennis, segue la scia e nelle varie edizioni del tg nazionale commenta tutti gli sviluppi che riguardano il serbo. D’altronde è una notizia che va ben oltre lo sport, si tratta il tema della pandemia e le posizioni dei governi. Allo stesso modo tutte le piattaforme sportive hanno parlato e parlano di lui: “Ha sbagliato a compilare i moduli e non può entrare in Australia”, “È prigioniero in una struttura con gli immigrati”, “Mio figlio martoriato come Gesù” riportando le parole di mamma Djokovic. Non c’è dubbio che tutta la vicenda fa parlare e discutere, soprattutto dopo le dichiarazioni del giocatore serbo in cui ha tentato di chiarire la sua posizione. Al momento il governo australiano ha revocato nuovamente il suo visto e il giocatore è ancora una volta detenuto e in attesa del processo finale (che avverrà domani).

Nel frattempo, però, si è continuato a giocare a tennis. Infatti, in vista degli Australian Open 2022, nelle due settimane precedenti, sono quattro i tornei presenti nel calendario dell’ATP, due ad Adelaide, uno a Melbourne e uno a Sydeny. E nessuno sembra essersi accorto dell’impresa di Thanasi Kokkinakis, il redivivo del tennis moderno. Kokk ha conquistato una semifinale e ha vinto un torneo, e questo merita tutta la nostra attenzione.


Kokkinakis risorge dalle ceneri come l’araba fenice


L’anno scorso scrivevo che certe stelle non si spengono, a volte semplicemente si oscurano prima di tornare a brillare. Thanasi Kokkinakis è proprio una di queste. Il giovane australiano, figlio di immigrati greci, l’anno scorso era tornato a far parlare di sé dopo anni da latitante dal circuito, a causa di una serie infinita e dolorosa di infortuni. Presentatosi da n.267 in classifica allo slam di casa, grazie ad una wildcard, aveva vinto il primo turno e trascinato poi Tsitsipas al quinto set, in una lotta che ha regalato grandi emozioni. Nella conferenza stampa a fine partita aveva espresso la sua felicità e la voglia di provarci ancora. «To have another crack» aveva detto, un’altra possibilità, quella che troppe volte gli è stata negata dal destino.


Ha continuato a crederci Kokk e da lì ha lavorato tanto. Dopo un secondo turno al Masters 1000 di Miami, l’australiano ha deciso di dedicare gran parte del 2021 ai Challenger (con un bilancio finale di 27 vittorie e 12 sconfitte). La gavetta e il ripartire da zero non lo spaventano, ed è così che ha tentato di risalire la classifica, chiudendo l’anno alla posizione n.171. Per un giocatore che era considerato una promessa del tennis mondiale, che da juniores è stato numero 1 al mondo, che in uno dei suoi momenti migliori era riuscito perfino a battere Roger Federer (divenendo il giocatore con la classifica più bassa a vincere sullo svizzero), non deve essere facile ricominciare da zero. Però, dopo tanti sacrifici, tante sconfitte e tanti colpi bassi dalla vita, forse qualche sprazzo di felicità alla fine arriva. E oggi la depressione, la difficoltà e la sfortuna sembrano un ricordo lontano.


2022, l’inizio con il botto


Un nuovo anno inizia sempre con i fuochi d’artifici e per Kokkinakis così è iniziato, anche dentro al campo da tennis. Infatti, lui che dal 2019 ad oggi aveva ottenuto solo cinque vittorie nel circuito maggiore, in questo inizio di 2022 ne ha incassate otto nel giro di due settimane, nei due ATP250 di Adelaide. Ottenuta una wildcard dagli organizzatori, nel primo torneo ha battuto in fila Millman, Tiafoe e Ymer per cedere soltanto a Monfils, testa di serie numero uno. In questo modo l’australiano è tornato a giocare una semifinale nel circuito ATP dopo quasi cinque anni dalla sua ultima volta. Queste vittorie gli sono valse 26 posizioni in classifica e come numero 145 del seed ha giocato il secondo torneo. Qui ha fatto anche di meglio: ha superato Paire, Isner, Vukic e Cilic in semifinale, giocando un’incredibile partita che si è decisa nel lungo tie-break del terzo set, nel quale ha avuto sei match point a sua disposizione e ne ha salvati due, prima di chiudere al settimo.


«Onestamente è incredibile. Dal momento in cui sono entrato in campo, prima ancora che la partita iniziasse, ho sentito un brusio. È stato pazzesco, la migliore atmosfera in cui abbia giocato da un po’ di tempo, forse la migliore in assoluto» ha dichiarato Kokkinakis durante l’intervista a fine partita.

E così è approdato in finale dove ha compiuto la magia. Entrambi a caccia del loro primo titolo, il francese Rinderknech era alla sua prima finale in carriera, mentre Kokk alla seconda (la sua unica occasione risaliva a Los Cabos nel 2017, dove aveva perso da Sam Querrey). Dopo un’incredibile performance, Thanasi Kokkinakis ha finalmente alzato il trofeo più grande e da lunedì potrà occupare la posizione numero 103 in classifica. Tranne il primo turno con Paire, tutte le partite del “blue-collar”, come si era definito l’anno scorso, si sono giocate in tre set e quasi tutti finiti al tie-break. Ha dato prova di buona salute, di ottima tenuta mentale e fisica e di grande coraggio.


Questi successi hanno avuto un sapore ancora più dolce per il tennista australiano: non solo sono le meritate vittorie di chi ha sofferto tanto e vuole riscattarsi, ma sono anche vittorie ottenute in casa, perché Thanasi è nato e cresciuto proprio ad Adelaide, su quei campi. E non c’è cosa più bella che giocare abbracciato e confortato dal proprio pubblico, in grado di dare una spinta e un applauso in più. Non accadeva dal 2019 che un australiano vincesse in casa, quando De Minaur aveva vinto il titolo a Sydney. Oggi è stato il turno di Kokk.


Tutto è pronto per l’Australian Open – Djokovic a parte – e lungo il percorso del venticinquenne c’è ad attenderlo un qualificato e a seguire Rafael Nadal. Non sarà facile, ma Thanasi, che gioca sempre con il cuore, saprà regalarci altre emozionanti partite. Comunque vada, il capitano Thanasi Kokkinakis sta compiendo la sua operazione speciale e rappresenta un esempio per chi lotta e sceglie di non arrendersi.

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