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Immagine del redattoreMassimo Gaiba

Jacopo Berrettini, una storia ancora tutta da scrivere... magari con i consigli di Nole Djokovic

Abbiamo raggiunto negli Stati Uniti il 23enne tennista romano che, in visita al fratello Matteo, sta lavorando per recuperare da un brutto infortunio alla schiena. Jacopo ha fatto il punto su una carriera da cui, nonostante i tanti inconvenienti fisici, si aspetta ancora molto.



Buongiorno Jacopo, scusa se ti disturbiamo fino negli USA, sei con Matteo?


Sì, siamo qui assieme che stiamo facendo preparazione.


La coppia degli infortunati.


E’ vero (ride, ndr), quanto a infortuni ci battono in pochi.

Siamo proprio una bella coppia.


A te cosa è successo esattamente?


Una mini frattura lombare che mi ha già costretto ad una sosta di oltre un mese e purtroppo non è finita.


Quando pensi di riprendere?


Temo che fino a metà gennaio non potrò toccare la racchetta, il che significa che probabilmente non si parla di tornei fino a marzo. Adesso sono nella parte che precede la vera e propria fase di recupero, cioè sto ancora facendo fisioterapia, in maniera piuttosto blanda.


E Matteo come sta?


Meglio, lui sta decisamente meglio.


Tutta la famiglia in America, festeggiate lì il Natale?


I nostri genitori dovrebbero arrivare a breve e penso che ci fermeremo qui per le Feste.


A proposito di famiglia, a Napoli ho fatto due chiacchiere con i tuoi zii paterni che durante il tuo match erano molto partecipi ma anche estremamente composti. Credo che questa immagine rispecchi bene il clima che si respira nella vostra famiglia.


Sì è vero, siamo molto fortunati perché tutti ci tengono tanto alle nostre carriere ma sono bravi a non metterci pressione né ansia. E’ molto bello. Hanno insomma un bell’approccio rispetto a quello che facciamo.


Rimanendo sempre in famiglia, voi siete di origine toscana, vero?


Sì esatto, i bisnonni e anche il nonno paterno erano di Firenze, città cui siamo legatissimi. Ed è per questo motivo che siamo tutti tifosi della Fiorentina.


Segui altri sport oltre al calcio e ovviamente al tennis?


Mi piace molto il basket. In questo momento soprattutto NBA, ma fino a che la Virtus Roma era in serie A la seguivo molto volentieri, per due anni ho anche avuto l’abbonamento.


Peccato, pensavo stessi dicendo Virtus Bologna.


Eh no, tutte queste gioie non te le posso dare (ride, ndr), anche se quest’anno siete messi proprio bene.


Chi vi sta seguendo in questo momento? Santopadre è lì con voi?


No, in questo momento c’è Marco Gulisano.



Come ti trovi col nuovo staff? (Ricordiamo che Jacopo è seguito da circa un anno dal gruppo di lavoro del fratello)


Molto bene. Erano persone che già conoscevo anche se non da un punto di vista lavorativo. Abbiamo lavorato bene e se i risultati non sono stati in proporzione al tanto lavoro svolto è stato soprattutto a causa di tutti i problemi fisici che ho avuto quest’anno, cui si è aggiunto anche il Covid che mi ha fermato dopo il Challenger di Forlì, proprio quando stavo esprimendo il mio miglior tennis. Però, ripeto, abbiamo lavorato bene, con un bel clima e una bella energia.


Tornando alla stagione appena conclusa, tu hai fatto i quarti nei Challenger di Biella 7 e appunto di Forlì. Più un paio di semifinali nei Futures di Antalya e Meitar. Che voto daresti alla tua stagione che ti vede chiudere al n.445 ATP?


Effettivamente i risultati di Biella e Forlì sono stati buoni, ma complessivamente non sono contentissimo della mia stagione. Insomma, sufficienza striminzita a causa dei tanti problemi fisici, ma questa non vuole essere una giustificazione. So che l’anno che verrà sarà molto importante.


Immagino che il tuo best ranking (n.388 ATP nel 2019) per te non rappresenti un punto d’arrivo.


No, no (ride, ndr), spero proprio di no. Sto lavorando duro perché non sia così. Anche il 2019 fu un periodo abbastanza buono e anche allora dovetti fermarmi a lungo per un altro infortunio che mi sono poi trascinato dietro per fin troppo tempo.


Quando potrai finalmente allenarti a pieno regime quali sono gli aspetti del tuo gioco su cui dovrai lavorare di più?


Sicuramente dovrò migliorare il servizio e anche il diritto ma soprattutto crescere nell’idea di gioco, cioè avere ben chiaro cosa devo fare in campo. E poi dovrò curare molto anche l’aspetto fisico, lavorando sulla mobilità e rinforzando il mio corpo.


A proposito di giocatori migliorati, tu al Challenger di Parma 2019 battesti 6-4 7-5 Musetti che poco tempo dopo sarebbe finito sotto tutti i riflettori. Cosa pensi dell’esplosione sua e di Sinner?


Lui e Sinner stanno facendo un qualcosa di veramente incredibile. Non posso dimenticare che nel 2019 giocai un paio di Futures a Monastir con Jannik. E due anni dopo lui ha fatto le ATP Finals, roba da non credere. E la crescita dello stesso Musetti è straordinaria, anche se ora in troppi lo criticano per qualche sconfitta nella seconda parte di stagione. Forse dimenticano che Lorenzo, a soli 19 anni, è numero 59 al mondo. Mi sa che ci siamo abituati troppo bene (ride, ndr).


Nel 2017, dopo aver disputato le pre-qualificazioni al Foro Italico, ti fermasti a Roma per fare da sparring a Nole Djokovic. Che ricordo ne hai?


Fu una settimana indimenticabile, Nole era reduce da un periodo un po’ difficile (il 2017 è stato infatti l’unico anno, dal 2007 in poi, in cui Nole ha chiuso la stagione fuori dai top 10, ndr) ma quella volta a Roma fece finale. Non che sia stato merito mio (ride, ndr), però è stato bello far parte di quel gruppo di lavoro. Lui poi fu splendido, alla fine della settimana mi fece anche dei regali e in allenamento mi dava sempre dei consigli.


Quando sei in giro per tornei cosa fai nei momenti off?


Leggo parecchio, soprattutto le biografie sportive che mi piacciono tantissimo, ma non disdegno i polizieschi. Poi su Netflix guardo qualche film (commedia all’italiana) e soprattutto serie TV.


La tua preferita?


Assolutamente ‘Suburra’.


Da romano… non poteva essere diversamente. Però alla fine muoiono tutti.


Certo, dovevano pur farla finire in qualche modo (ride, ndr).


I tuoi migliori amici nel circuito?


Ho buoni rapporti con tanti, poi è inevitabile che con i ragazzi italiani si leghi di più. Soprattutto con i miei coetanei Giovanni Fonio, Enrico Dalla Valle, Riccardo Balzerani e anche con Giulio Zeppieri che, seppure di qualche anno più giovane, è di Roma anche lui e quindi ci capiamo al volo (ride, ndr).


Nel 2018 conquistasti la medaglia di bronzo ai Giochi del Mediterraneo a Tarragona, raccontaci.


Fu davvero una bella avventura, ero stato selezionato assieme a Giovanni Fonio. Capitano era Tathiana Garbin, con Lucia Bronzetti e Lucrezia Stefanini nel femminile. Formammo un bel gruppo e ci divertimmo molto. Poi per noi tutti rappresentava un’esperienza molto particolare perché nel tennis non sei abituato a convivere con atleti di altri sport.



Bene Jacopo, ti ringrazio del tuo tempo, ti auguro Buone Feste e tanta salute per affrontare al meglio un’indimenticabile stagione 2022.


Grazie a te e a tutti i lettori di Controbalzo Blog. Che sia un grande 2022 per tutti.

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