Lo spavaldo spagnolo s’appresta a incontrare l’ariete romano dalla “insolita” posizione di favorito, in virtù dello straordinario stato di forma che va al di là di classifiche e statistiche.
Matteo Berrettini al servizio in quel di Melbourne
Quando ho sbirciato il tabellino delle quote di questo Australian open per la giornata di venerdì, l’occhio è caduto incredulo sulla valutazione fornita dai bookmaker internazionali sull’incontro di cartello del terzo turno del tabellone maschile: Carlitos Alcaraz, fenomeno di potenza e precocità, nettamente favorito (1.60 l’opening odd) contro il nostro martello Matteo Berrettini (offerto alla succulente quota di 2.50 in apertura di mercato).
Ma come è possibile? Il numero 7 delle classifiche Atp nemmeno alla pari con il numero 31? Il servizio devastante del romano all’improvviso non offre più garanzie a sufficienza al popolo di scommettitori? L’esperienza slam di Matteo (finale a Wimbledon, o sbaglio?) non conta più un fico secco in fase di perizia?
Cerchiamo assieme di arrivare a una razionale spiegazione che giustifichi la scelta degli operatori betting. Dopo un’attenta analisi, ho provato a individuare 3 fattori ipotetici e riassuntivi che hanno portato la controversa valutazione. Vediamoli nel dettaglio.
Lo stato di forma
Alcaraz arriva a questo incontro dopo due passeggiate di salute contro il carneade cileno Tabilo ( 6-2 6-2 6-3) e il regolare serbo Lajovic (6-2 6-1 7-5). Due partite dominate dall’inizio alla fine: 2 sole palle break concesse, solide percentuali al servizio, stratosferiche perfomance come punti vinti in fase di risposta ( intorno alla soglia del 50% di punti vinti in entrambi i match). Berrettini, dal canto suo, ha concesso set in entrambe le sue non facili partite vinte in 4 contro Nakashima e Kozlov, offrendo 14 break point agli avversari (due volte con break subito), commettendo 76 errori non forzati e non dando l’impressione di un controllo assoluto sull’incontro (contro due avversari scomodi sì, ma di una categoria sulla carta “inferiore”). L’italiano inoltre ha lamentato problemi intestinali nel suo primo incontro qui a Melbourne park e arriva a questo primo slam stagionale dopo il brutto infortunio alle finals di Torino che potrebbe avergli complicato i piani per una perfetta preparazione.
Matteo in azione contro Brandon Nakashima nel suo match d'esordio qui a Melbourne
Il precedente
Atp 500 di Vienna 2021, indoor. A imporsi in quel frangente fu proprio lo spagnolo di El Palmar, col punteggio di 6-1 6-7 7-6. Berrettini riuscì stoicamente ad allungare l’incontro, ma l’impressione fu di una superiorità da parte del campioncino iberico, sotto la sapiente consulenza tattica del “Mosquito” Ferrero: difesa efficace a tutto campo per contenere la prepotenza del diritto del “Berretta”, risposte bloccate per arginare le prime missilistiche italiane e far iniziare così lo scambio seppur in situazione d’arrocco, netta superiorità sulla diagonale del rovescio, trovando spesso e volentieri il tempo necessario per correre oltre la palla, spostarsi sul dritto e scoppiare il cannone inside-out. Alcaraz è quindi in grado di contenere l’irruenza tennistica di Berrettini con velocità, strenue difese e ribaltamenti offensivi non appena l’italiano perdesse campo sul rovescio. Berrettini dovrà essere perfetto al servizio e mettere pressione fin da subito, cercando di dominare col dritto, specie sulla seconda di servizio non lavoratissima di Alcaraz, e, perché no, andare a prendersi qualche punto nei pressi della rete.
Highlights dell'ultimo set in quel di Vienna 2021
Favore del mercato
C’è molta fiducia sullo spagnolo: le chiacchiere sul futuro prospero che con ogni probabilità lo attende si sono diffuse in ogni capo del mondo: “Il futuro numero uno”, “La sintesi cyborg perfetta tra la propensione offensiva di Federer e la tigna difensiva di Nadal”, “un Picasso dalla mano delicata con il fisico di Schwarzenegger”. Berrettini è sempre molto rispettato, ma la sensazione, sondando gli umori degli appassionati, è di uno che comunichi l’idea di aver già dato il meglio di sé, nonostante sia ancora relativamente giovane (classe 1996) e sia impressionante come continuità di risultati su tutte le superfici. Ma se 100 scommettitori dovessero puntare oggi su un prossimo exploit secco (vittoria 1000, vittoria slam), sono certo darebbero maggior credito ad Alcaraz, individuato dai più come un’autentica bomba a orologeria pronta a esplodere, col timing sempre più prossimo alla scadenza.
Carlitos Alcaraz nella sua convincente affermazione su Dusan Lajovic
Per concludere, un pronostico personale: certamente sarà un’autentica battaglia, tra due pugili indomiti e assetati di vittoria e ambizione, che si risolverà in non meno di 4 set. Il suggerimento di puntata più logico parrebbe essere un over di game o un handicap a favore di Berrettini. Il testa a testa del match lo assegno però allo spagnolo. Onestamente mi sono convinto sia stato giusto offrire Alcaraz favorito, con forbice forse un pochino più stretta di quello che dicono le quote. Avrei fornito l’allievo di Ferrero a 1.75 con il romano a 2.05. Ci sono ancora alcune incognite sulla tenuta slam dell’iberico (QF a Flushing Meadows l’anno scorso ma con ritiro contro Auger-Aliassime) e dal punto di vista della forza mentale, dovesse il match trasformarsi in una gara di resistenza, Berrettini potrebbe in quel caso aver quel quid in più per farsi largo nella parte alta di tabellone, rimasta orfana del numero uno del mondo per le arcinote questioni, e far sognare ancora una volta l’Italia tennistica.
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